Lo sbazzo è fine a se stesso, al massimo può essere un divertimento per chi lo compie e allora non ha motivo chiedersi quale sia il senso delle incursioni in metropolitana, come non lo ha il tentativo di trovare un perché all’ultimo travestimento.
Lo sbazzo è una piece teatrale senza locandine da attaccare, senza annunci preventivi, senza appuntamenti fissi, perché lo sbazzo non può prendere impegni.
E se, durante l’ultima incursione, una donna scambia una pezza di una coperta rossa per una pozza di sangue e decide di tirare la leva del freno non fa altro che vivere realmente un attimo di finzione.
E non ci sono tranelli in cui cadere, perché non c’è trucco e non c’è inganno c’è solo una rappresentazione del reale che di per sé è già finzione.
Lo sbazzo non si traveste, non vuole ingannare, lo sbazzo prevede sempre un finale in cui si denuda, il sipario si alza svelando le quinte a tutto il pubblico.
E allora l’unico pensiero che rimane è il dubbio che qualcuno possa non essere così onesto e tagliare la sua recita ben prima del finale.
Edoardo Romagnoli