Stavo guardando la partita della Spagna e non riuscivo a smettere di pensare a Roberto Baggio, ma non c’entrano nè il mondiale nè il Brasile, è un fatto di casualità e di cicli.

Se sei un calciatore da nazionale e hai avuto la fortuna di nascere in un paese dove il pallone non è un oggetto sconosciuto, allora devi fare i conti con i cicli, perchè ci sono cicli perdenti e cicli vincenti. Ci sono squadre che sulla carta hanno alte probabilità di vincere e altre che sembrano sconfitte in partenza. Perchè è innegabile, ma è solo con il caso che te la devi prendere se ti trovi come partner d’attacco Ciccio Graziani e non Gigi Riva, ed è sempre lui che devi ringraziare se con l’uno vinci un mondiale che con l’altro non avresti vinto.
Baggio fece parte, con ruoli diversi, di tre ottime spedizioni, formazioni che: in Italia, negli Stati Uniti e in Francia, giocarono un buon calcio, pur non vincendo. In principio un’uscita a vuoto, rigori prima, rigori poi e tutti gli sforzi vengono ingurgitati da un silenzio roboante. Fino al momento in cui arriva Grosso che gioca il primo mondiale e vince da protagonista. E’ questo che fa del calcio uno sport ingiusto.
Perchè non basta far parte di una buona nazionale o avere buoni compagni, bisogna far parte di un ciclo vincente, sapendo che prima o poi finirà anche quello.
Ho smesso di pensare a Baggio e la Spagna perdeva due a zero.
22.51 ora italiana, finisce il ciclo più vincente che la Spagna del calcio aveva mai avuto;
00.00 Re Juan Carlos I abdica lasciando la corona al Principe delle Asturie, incoronato Felipe VI;

La Spagna volta due pagine dello stesso libro lasciandosi alle spalle un sovrano e, forse, una delle migliori squadre nella storia del calcio, sicuramente la migliore Seleccion scesa in campo con quei colori. Una questione di casualità e cicli.
E’ il caso che ha voluto la Spagna fuori dai mondiali a poche ore dall’abdicazione di Juan Carlos, mentre è la logica dei cicli che ne suggeriva il passaggio di testimone.
Mentre Juan Carlos I nasce a Roma nel 1938, la Roja della prima stella nasce il 22 giugno 2008 agli europei in Austria.

SINTESI DELLA PARTITA La Spagna, uscita prima dal girone, sfida l’Italia campione del mondo ai quarti di finale. I novanta minuti non bastano a schiodare la partita dallo 0 a 0 iniziale, l’Italia di Donadoni gioca a sprazzi, mentre la Spagna domina il campo con un possesso palla infinito. La partita termina ai rigori, la Spagna andrà a vincere quell’Europeo in finale contro la Germania con un gol del Niño Torres.
Quella squadra vincerà due Europei (2008 e 2012) e un Mondiale(2010), collezionando un secondo posto alla Confederations Cup del 2013 e un possesso palla incalcolabile.
Ieri quel ciclo è finito. Juan Carlos I lascia il trono in mani adulte ad un erede 45enne.
Ieri quel ciclo è finito e la Spagna non deve lasciar invecchiare i suoi ex canterani.

Alcuni indicano la causa nel cambio di preparatore atletico e a quel discusso dottor Fuentes che ha lasciato il posto in squadra dopo essere stato investito dall’ennesima bufera doping nel ciclismo.
La realtà è che quella scesa in campo contro l’Olanda non era la Spagna e quella contro il Cile è l’ultima partita della Spagna dei Campeones.
I giocatori pilastro di questa squadra, da Casillas a Iniesta, passando per Sergio Ramos e Xabi Alonso sono ottimi giocatori, non sono arrivati nè cotti, hanno giocato in media 40 partite come tutti i giocatori delle nazionali europee, nè appagati. Sono semplicemente arrivati alla fine di un ciclo, uno dei più vincenti che la storia del calcio abbia mai ammirato e che ha dimostrato al mondo come la palla in campo potesse scorrere per novanta minuti dai soliti piedi.
Edoardo Romagnoli