NOVELLE SUICIDE
Una storia, corta o lunga che sia, una storia a settimana fino alla fine dell’anno. Una raccolta dal titolo cupo, ma che ben descrive certe scelte che ogni giorno, più o meno consapevolmente, prendiamo e le loro conseguenze, da cui spesso è difficile venire fuori indenni.
Ilene Bagni
I-L-E-N-E.Ilene, mi chiamo Ilene. Va bene, non sarà un nome fra i più comuni, ma non è aramaico, è italiano: I-L-E-N-E. Invece lui continuava a chiamarmi Irene, che sarà pure simile, avrà, per carità, un po’ di assonanza, ma non è Ilene.
Per San Valentino decisi che volevo farlo sul tetto. Volevo metterlo alla prova. Attesi la mezzanotte, faceva un freddo da consumarsi la pelle, quando le luci dei vicini si spensero, salimmo finalmente sul tetto. Nessuno si attendeva una sola parola. Nessuno voleva sentire quel suo alito di topo, né quella sua voce squillante da ebete sempre sveglio.
Dio santo se ci ripenso, non avevamo nemmeno iniziato e lui:
– IRE, ma non sarà un po’ pericoloso?
Non dissi niente, lo spinsi forte, la neve e il tetto fecero il resto, poi un tonfo forte e solo allora, guardandolo dall’alto, gli urlai:
– I-L-E-N-E! I-L-E-N-E!
Ma non rispose.