NOVELLE SUICIDE
Una storia, corta o lunga che sia, una storia a settimana fino alla fine dell’anno. Una raccolta dal titolo cupo, ma che ben descrive certe scelte che ogni giorno, più o meno consapevolmente, prendiamo e le loro conseguenze, da cui spesso è difficile venire fuori indenni.
Fausto, il paziente riservato.
Ci sono giorni in cui morire è l’ultima delle voglie, ma non è di quei giorni che voglio parlarvi. Avevo un forte mal di stomaco che mi tormentava da così tanto tempo che mi ero scordato precisamente da quando. Questo mi comportava delle notevoli scocciature con i medici che, come è noto, diventano particolarmente curiosi quando sono chiamati a dispensare diagnosi. Ricordo solo che stavo guardando la televisione e basta, non ricordo nemmeno il programma che stavo guardando, ricordo solamente che stavo guardando la tv e quando si guarda la tv il tempo diventa tutto uguale.
– Ma lei non ha un videoregistratore sotto alla tv?
– Sì
– E non si ricorda che ora faceva?
– Certo
– Bene! E’ già un inizio. E che ora era?
– 12.56
– Bene
Non so perché si fosse esaltato tanto, mi ricordavo di quell’orario solo perché il videoregistratore era rotto e, da più o meno cinque anni, segnava lo stesso orario.
Optai per non demolire quella scintilla di speranza che coltivava in fondo al cristallino, ma questo mi costrinse a non dare nessun peso alla diagnosi che ne seguì. L’episodio mi colpì a tal punto che da lì decisi di non collaborare più con nessun medico, fosse stato anche il luminare degli specialisti gastroenterologi. Così morii piano piano in un elegante e sudatissimo letto a baldacchino il 15 Agosto senza sapere con esattezza di cosa.