NOVELLE SUICIDE
Una storia, corta o lunga che sia, una storia a settimana fino alla fine dell’anno. Una raccolta dal titolo cupo, ma che ben descrive certe scelte che ogni giorno, più o meno consapevolmente, prendiamo e le loro conseguenze, da cui spesso è difficile venire fuori indenni
Nando, la mula
Nando sapeva di avere la pancia piena di ovuli di cocaina da 7 grammi, zero virgola più, zero virgola meno. Era stato bravo per essere un mulo vergine, generalmente al primo viaggio non si riescono a ingoiare più di 30, al massimo 40 ovuli, lui ne aveva ingoiati 55 e per questo si era guadagnato un completo nuovo, roba di sartoria.
Nando sapeva che c’era un aereo che lo aspettava sulla pista dell’aereoporto di Bogotà – El Dorado, un Airbus A330-300 rosso e bianco, targato Iberia. Sapeva che, una volta in volo, avrebbe avuto all’incirca 36 ore di tempo prima che il suo organismo iniziasse ad espellere gli ovuli, che avrebbe dovuto mangiare leggero e che una volta atterrato all’aereoporto Adolfo Suarez di Madrid, ex Barajas, avrebbe dovuto prendere un taxi per farsi portare alla stazione e da lì prendere la linea 5 della metro per scendere alla fermata Suanzes, all’incrocio fra Calle de Alcalà e Calle de Valentin.
Sapeva di non avere molte chance, ma sapeva che se fosse riuscito a coronar lo avrebbero pagato e anche se non sapeva quanto, sperava bastasse per far sì che quel primo viaggio coincidesse con l’ultimo. Quello che non sapeva era che i cartelli ogni tanto regalano una mula alla polizia per distrarla da carichi ben più grandi che stanno transitando, quello che non sapeva era che quel vestito nuovo avuto in premio per la sua voracità, era imbevuto di coca e che il cane avrebbe abbaiato proprio per quell’odore acre che emanava. Quello che non sapeva era che per narcotraffico si possono passare fino a 10 anni, 9 mesi e 10 giorni in un cella, quello che ancora non sapeva era che, una volta a Madrid, avrebbe saputo tutto.