Una storia, corta o lunga che sia, una storia a settimana fino alla fine dell’anno. Una raccolta dal titolo cupo, ma che ben descrive certe scelte che ogni giorno prendiamo e le loro conseguenze, da cui spesso è difficile venire fuori indenni.
Lucio e Paolo, turisti per caso
- Non lo so, eppure mi viene più facile immaginare che siamo un caso
- Il caso non significa niente, è una formula
- E allora chiamala formula, siamo una formula che è stata scoperta
- Una combinazione
- Tipo
- Dai e ridai abbiamo aperto la cassaforte
- Sì
- Però qualcuno questa combinazione la deve pur aver messa
- In effetti…
- Cioè tipo la coca e le mentos quando esplodono, magari i produttori della coca cola e quelli delle mentos non lo sapevano che stavano confezionando separatamente due componenti di una bomba, ma queste reagiscono a prescindere perché è la chimica
- La natura
- Sì, più che la natura direi la chimica, ma il concetto è quello…
- E quindi?
- E quindi noi siamo esplosi e dopo anni di evoluzione eccoci qua, che continuiamo a nascere, crescere e a sognare di non morire per essere puntualmente smentiti
- Una formula
- Una formula, ora resta da capire chi è il Pemberton della situazione
- Chi?
- L’inventore della formula
- Già
Il silenzio che si creò fu di riflessione più che di imbarazzo.
- Fra tutte preferirei credere nella reincarnazione perché in fondo la cosa che più mi fa paura è il fatto di avere una sola possibilità…
- Io alla prima non faccio mai niente di buono
- A chi lo dici
- Beh comunque anche il Paradiso non è male
- A parte che non c’è niente di bello a stare per l’eternità come un ebete fra le nuvole, quello che non si capisce del Paradiso è cosa bisogna fare per entrarci, diciamo ha dei requisiti di accesso un po’ troppo vaghi per una cosa così importante
- Una vita in clausura e poi scopri che non c’è nessuno
- No zitto, non me lo fare neanche immaginare
- Però alla fine tutto questo fardello che partorisce sensi di colpa ci ha fatto bene, ci ha permesso di non cannibalizzarci
- Boh, non so quanto ci ha fatto bene e quanto ci ha danneggiati, l’unica cosa che so è che mi pare che ci sia fin troppo mistero in questo universo per crearne di fittizio
Dubai da lassù sembrava un modellino in 3d.
- Perché siamo dovuti finire quaggiù?
- Mi sembrava un luogo simbolico dei tempi che rifiutiamo
- Allora per completare il quadro mi fumo una sigaretta
- Io inizio a mangiare – disse stringendo una piccola bacca verde fra l’indice e il pollice
I frutti verdi del conium maculatum, volgarmente detta cicuta, sono altamente velenosi per l’uomo, pochi grammi conducono alla morte per paralisi.
- Molti la scambiano per cerfoglio, anche come prezzemolo selvatico…in realtà basterebbe spezzare il gambo e sentirne l’odore
- Di cosa odora?
- Di pipì di gatto
- Buona
- Dici che ci saremmo potuti servire meglio?
- Va beh facciamo che considero la cena di ieri l’ultimo pasto
- Temo che sarà un po’ doloroso
- In che senso?
- Nel senso che all’inizio potremo sentire un forte mal di pancia
- E poi
- E poi convulsioni, problemi motori
- Va beh problemi motori che ti frega tanto qua dobbiamo stare
- Sì
- Per le convulsioni siamo rimasti digiuni per quello, no?
- Sì, spero bastino 24 ore perché ieri ci siamo strafogati
- Ho capito e che facevamo l’ultima cena al sacco coi panini?
- No, no, ma infatti abbiamo fatto bene
- Andrà tutto bene
- Speriamo
- Soprattutto speriamo che questi qui trovandoci insieme in camera non pensino che siamo una coppia gay
- E che ci fanno, ci ammazzano?
Scoppiarono in una risata becera.
- Comunque il conto alla fine lo pagherai te, perché la carta che abbiamo messo è la tua
- Porca troia! Questo non me lo perdoneranno veramente a casa.
Continuarono a mangiare frutti verdi di cicuta da una posacenere d’argento finemente decorato prima di accasciarsi al suolo in cerca di un ultimo respiro.
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